Assistiamo oggi ad una notevole caduta d’interesse nei confronti del mondo classico e della sua cultura, della quale la manifestazione più eclatante è rappresentata dalla crisi dei licei classici, che sono molto ridimensionati come numero di iscritti rispetto ad un passato non molto remoto, anche se, per fortuna, l’emorragia è stata fermata e ci troviamo in una fase di stagnazione, senza che si intraveda, però, una ripresa.
Franco Ferrarotti, padre rifondatore della Sociologia italiana nell’immediato secondo dopoguerra, dopo che questa disciplina era stata cancellata dal fascismo, ricollega tale crisi al passaggio dalla civiltà del libro a quella dell’audiovisivo, all’affermarsi della società informatizzata, dominata da Internet, che appiattisce la nostra attenzione sul presente, rimuovendo il passato, la memoria, che non abbiamo bisogno di coltivare, perché è ben custodita in salamoia nel computer. Scrive Ferrarotti: I mezzi della comunicazione elettronicamente assistita schiacciano tutto sull’immediato. Non sono interessati all’antefatto. Quindi non sono in grado di riconoscere il sottile, meandrico processo in base al quale il passato ridiventa esperienza presente. Lo riducono a reperto archeologico, privo di aura e di valore emotivo. Lo impoveriscono tanto da ridurlo a un fantasma o simulacro, svuotato di ogni consistenza psicologica e di ogni valenza conoscitiva. I media non mediano.
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